venerdì 29 ottobre 2010

UN PO' DI FILOSOFIA...

Lo speleologo illumina e percorre spazi che rappresentano la parte vuota del globo e un mondo che va descritto, documentato e raccontato, ma prima di tutto va esplorato. Lo speleologo è alla continua ricerca di spazi nuovi da percorrere per conoscere meglio la geografia interna della montagna e il suo territorio, la sua acqua, la sua aria, la fauna e la flora; studia l’ambiente esterno e si relaziona con chi ci vive.
Lo speleologo è di fatto un geografo del vuoto della montagna.

mercoledì 27 ottobre 2010

BIOSPELEOLOGIA - A CASOLA "LA VITA E IL BUIO"



Domenica 31 0ttobre, verso le 11 presso la sala Polivalente, sarà proiettato “La vita e il buio”, una vera chicca sul mondo dei troglobi e la loro vita, studiati nell’Abisso Bueno Fonteno.
Fabio Gatti e Livio Palamidese esporranno una sintesi delle fruttuose ricerche sulla fauna sotterranea del nuovo grande abisso bergamasco, mentre il filmato di 25 minuti ripropone in chiave molto personale la genesi e la vita di questi simpatici abitanti.
Grandi riprese macro anche naturalistiche, e colonna sonora dell’autore: Livio Palamidese.
Un invito a tutti gli appassionati in materia.....


domenica 24 ottobre 2010

INFORTUNIO IN GROTTA

FONTEhttp://www.vallesabbianews.it/notizie-it/Infortunio-in-grotta-13840.html

Grave infortunio in grotta sull'Altopiano di Cariadeghe, dove uno speleologo è precipitato per una decina di metri. Intervento concluso poco dopo le 16.

L'incidente è avvenuto intorno alle 9 e 40 di questa mattina nell'Omber en banda al bus del Zel, che si apre sull'altopiano carsico alle spalle di Serle.
Sul posto sono intervenuti gli uomini del soccorso alpino e speleologico della Valle Sabbia, i carabinieri ed un'ambulanza da Nuvolento.
Sembra che al momento di precipitare nell grotta l'uomo fosse in compagnia di altri appassionati di speleologia.
Sono stati i compagni ad allertare i soccorsi.
Aggiornamento ore 14:
Più complesse del previsto le operazioni di recupero di Diego S. 34enne di Concesio, bloccato ad una ventina di metri di profondità nella grotta carsica di Cariadeghe.
Oltre agli uomini del soccorso Alpino, per stabilizzarlo e riportarlo alla superficie, sono intervenute anche le squadre della XI Zona Speleo, compreso il personale medico, portate sul posto dall'elicottero del 118 direttamente da Bergamo, dove hanno la loro sede operativa.
Dato che in grotta non funzionano le radio e a Cariadeghe nemmeno all'aperto funzionano i telefoni cellulari, i collegamenti con la base sono stati garantiti da una linea telefonica provvisoria, realizzata svolgendo un doppino telefonico per alcune centinaia di metri dalla grotta fino al "fisso" di un esercizio pubblico.
Aggiornamento ore 16:
Secondo le indicazioni che da Cariadeghe giungono con una certa difficoltà, entro un'ora i soccorritori dovrebbero riuscire a riportare Diego all'aperto.
Lo speleologo si è infilato nell'Omber en banda al bus del Zel, che scende fino a 450 metri sotto la superficie, perchè stava partecipando ad un corso di speleologia, nel ruolo dell'allievo.
Con lui altri quattro neofiti, fra i quali la compagna Alessandra, e cinque istruttori.
Al momento dell'incidente stava scendendo lungo il secondo pozzetto della grotta.
Diego a quel punto è caduto per una manciata di metri, in una camera di una decina di metri quadri, riportando fratture al bacino e ad un braccio. 
Lunghe le operazioni di stabilizzazione. Per evitare l'ipotermia, che avrebbe potuto aggravare i traumi subiti, l'infortunato è stato infilato in un sacco termico di "pile", una sorta di tutona che l'ha mantenuto al caldo.
Aggiornamento ore 16:30
Si è concluso da pochi minuti l’intervento di soccorso del Corpo nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico per portare in salvo lo speleologo 34enne di Concesio.
L’uomo, ferito, è sempre rimasto cosciente.
L’ambulanza del 118 di Brescia lo ha trasportato agli Spedali Civili di Brescia, dove è ricoverato per le cure mediche.
All’intervento hanno partecipato 15 tecnici CNSAS della IX Zona Speleologica Lombarda.


lunedì 18 ottobre 2010

USCITA DEL 17 OTTOBRE

Domenica mattina:
Livio Palamidese e Gianpietro Mossoni, dopo un lungo e faticoso lavoro (causa seghetto usurato), hanno tagliato alcune sbarre del cancellino d'ingresso dell' Abisso Bueno Fonteno per permettere ai Rhinolophus di entrare senza spaccarsi il "patagio" (membrana presente in alcuni mammiferi utilizzata per lunghe planate)!!!
In un recente monitoraggio notturno, ne sono stati censiti ben 6...
Dico ben 6, perche' trattasi di una specie abbastanza rara e particolarmente protetta.


                             Allego foto per chi non sapesse cosa sono i Rhinolophus


                            

domenica 10 ottobre 2010

STORIA DEL GRUPPO






"Nella preistoria del gruppo vediamo alcuni personaggi, maschi giovanissimi, aggirarsi per i monti della Val Trompia, con tute da meccanico e con caschi incredibili, da quello dei pompieri per i giochi dei bambini, a quello a scodella stile dopoguerra per andare in motocicletta, a quello della fanteria della prima guerra..." 

Nel 1980 nasce su iniziativa di cinque soci fondatori il Gruppo Grotte Inzino, raro esempio di nascita spontanea di un gruppo speleologico. 

I primissimi anni sono frenetici: il gruppo cerca di darsi un’organizzazione interna e contemporaneamente si cerca di capire cosa è realmente la speleologia non solo leggendo libri, ma soprattutto praticandola. Si visitano grotte orizzontali e le prime grotticelle verticali ed i primi pozzi di cavità già conosciute con scalette prese in prestito o con i “Prusick”. Nel frattempo si prendono contatti con i gruppi di Brescia città, e, dopo aver fatto il corso di speleologia presso il Gruppo Grotte Brescia per imparare bene la tecnica di sola corda, nel 1982 alcuni soci partecipano alla spedizione speleologica in Turchia organizzata con lo Speleo Club Tanaro. 

Nello stesso anno si apre la collaborazione con il C.A.I. Gardone Val Trompia, di cui diveniamo parte, ed il gruppo acquisisce sempre nuovi membri, fino ad arrivare ad una quarantina d’iscritti. I nuovi introiti forniti dalle tessere dei soci ci permettono così di avere finalmente una buona disponibilità di materiale in magazzino. 

Intanto il gruppo si radica sempre più nel territorio e si fa conoscere con mostre fotografiche ed attività didattiche nelle scuole e nelle colonie estive sul Monte Maniva; Gardone VT resta il nucleo operativo, ma la sua attività copre tutta la valle e si estende poi all’entroterra iseano alla ricerca di nuove cavità naturali: nel 1983 vengono inserite le prime tre grotte rilevate dal GGI nel catasto della Lombardia orientale. 

Contemporaneamente iniziano le esplorazioni al 330 LO Fieraröl di Vesalla, a Polaveno, con l’Associazione Speleologica Bresciana, esplorazioni che proseguiranno a più riprese nel corso degli anni, tanto da rendere il Fieraröl la grotta “madre” del nostro gruppo, e la prima uscita in grotta per gran parte dei nostri corsisti. Dal 1982 al 1985 le esplorazioni portano alla scoperta di numerosi nuovi rami e del fondo attuale della cavità; si riprende poi dal 1992 al 1994, quando alcune risalite nei rami laterali portano alla scoperta d’ulteriori ambienti, fino ad arrivare ad una frana a pochi metri dall’uscita a cielo aperto, che rende impossibile l’individuazione dello sperato secondo ingresso. 

Negli anni ‘90 il gruppo s’impegna attivamente per salvaguardare la stessa cavità e la risorgenza collegata denominata Büs del Töf dall’inquinamento dovuto al percolamento degli scarichi fognari degli abitati soprastanti: in seguito ad un anno di campionamenti ed analisi delle acque e delle concrezioni si è potuto così documentare il danno ambientale e far attuare alle amministrazioni provvedimenti per farlo cessare. 

L’operato del gruppo non si limita alle sole discese in grotte conosciute e non, ma si rivolge anche alla salvaguardia delle stesse e del patrimonio acquifero valtrumplino, con interventi di ripristino e pulizia di numerose cavità (una su tutte l’intervento al Büs del Frà 01 LO) e con la pratica del torrentismo, che permette nuovi metodi d’esplorazione in superficie. Ci si dedica inoltre alla formazione di nuove leve mediante i corsi annuali di introduzione alla speleologia e si partecipa ai Convegni nazionali, alle Commissioni regionali C.A.I. per la speleologia e a campi speleologici estivi. 

Nel novembre del 1991 il vecchio Gruppo Grotte Inzino C.A.I. Gardone VT cambia denominazione e diventa Speleo C.A.I. Valtrompia, per poi tornare autonomo a metà degli anni ’90 con la denominazione attuale di Speleo Valtrompia; nel frattempo l’organico continua a cambiare, con alcuni membri che cessano l’attività e con altri che ritornano o arrivano da altri gruppi, ma verso la fine degli anni ‘90 il gruppo vive un periodo di stasi, anche a causa della mancanza di una sede stabile. 

L’incontro al Convegno nazionale del 2005 con alcuni esponenti del Gruppo Speleo C.A.I. Montorfano crea un’alleanza d’intenti e nel 2006 nasce il primo corso di speleologia in collaborazione tra GSM e SVT. 

Il 2006 si rivelerà un anno di svolta: l’assegnazione di una nuova sede nei locali comunali di Marcheno dà una spinta decisiva al gruppo, permettendo una riorganizzazione interna e la possibilità di proporre al pubblico nuove attività volte a far conoscere meglio la speleologia, quali serate di proiezione, gite organizzate e progetti di educazione ambientale nelle scuole. 

Sempre nello stesso anno con gli ormai amici del GSM si prende contatto con altri due “piccoli” gruppi dei dintorni: G.S. Valle Imagna e Speleo C.A.I. Lovere... poco dopo i contatti si moltiplicano e... nasce il Progetto Sebino, che pian piano moltiplica sempre più gli entusiasmi ed i fronti di attività. 

Il gruppo ad oggi è affiliato alla Società Speleologica Italiana ed è sede della Scuola di Speleologia Valtrompia, che promuove ogni anno in primavera un corso di introduzione alla Speleologia; conta 16 membri dei quali 5 Istruttori di Tecnica Speleologica e 3 Aiuto Istruttori, e per chi volesse conoscerci, ci si riunisce tutti i giovedì sera dalle 21.30 in poi presso la propria sede di Marcheno.


Fonte: Archivio Speleo Valtrompia