martedì 22 marzo 2011

Il viaggio al centro della terra riserva già grandi sorprese

ISEO. La spedizione a fini divulgativi e scientifici coinvolgerà in futuro anche il monte Guglielmo
Una task force di speleologi scopre altre grotte alla Punta dell'Orto L'esplorazione avanza per censire nuove potenziali risorse idriche
18/03/2011

Il viaggio al centro della terra è appena iniziato ma sta già riservando suggestive sorprese. Due nuove grotte sono state scoperte nei giorni scorsi dai gruppi Speleo Valtrompia e Speleologico Cai Coccaglio vicino alla Punta dell'Orto, sul monte di Iseo. E' iniziata dunque con un successo la campagna di esplorazioni sotterranee che allarga alla sponda bresciana del lago la ricerca condotta dal 2006 sulla sponda bergamasca da «Progetto Sebino», associazione cui aderiscono, oltre ai due sodalizi succitati, il Gruppo Speleologico Valle Imagna Cai-Ssi e lo Speleo Cai Lovere. 
«STIAMO ALLARGANDO l'imbocco di due cavità che si incontrano lungo il sentiero che porta alla cascina Tavolini: entrambe poi strapiombano in un pozzo di cui non si intravede la fine» racconta Franco Di Prizio, speleologo iseano di lungo corso. Si tratta di cunicoli che con ogni probabilità fanno parte del vasto sistema carsico che mette capo alla Büsa del Quai, a Iseo.
Saranno fotografati, riportati su apposite mappe mediante l'uso del gps e accatastati. Cosa che già sta facendo lo Speleo Cai Lovere con un'ampia grotta a Govine di Pisogne. Come terza area di studio sul versante bresciano è stato scelto il monte Gölem, dove da tempo si conoscono sette «ingressi».
CI VORRANNO MESI E MESI per concretizzare un programma così ambizioso. Ma le sorprese non dovrebbero mancare. La ricerca dell'associazione «Progetto Sebino» sulla sponda occidentale del lago ha portato al ritrovamento della più lunga grotta bergamasca, subito battezzata l'«Abisso Bueno Fonteno»: si tratta di 18 chilometri di canyon e saloni grandi come campi di calcio che si sviluppano nelle viscere della montagna e scendono sino a 500 metri di profondità.
«Abbiamo incontrato laghi e fiumi sotterranei di portate fuori dal comune - continua Di Prizio-. Una risorsa idrica che potrà tornare utile in futuro».
Gli speleologi di «Progetto Sebino» hanno inoltre scoperto cento grotte sparse tra i comuni di Vigolo, Predore, Tavernola, Grone, Adrara San Rocco e San Martino. Un'esplorazione, la loro, che ha pure una valenza scientifica. In collaborazione con geologi dell'Università di Milano si sono analizzati campioni di calcare, fossili e cristalli di gesso che hanno permesso la datazione delle varie stratificazioni rocciose.
CON BIOLOGI DELL'UNIVERSITÀ degli Studi di Parma, invece, si sono studiate alcune specie di minuscoli crostacei e di troglobi sotterranei non ancora catalogati. Anche per questi risultati «Progetto Sebino» ha ottenuto il patrocinio di un autorevole e folto gruppo di istituzioni: dalla Regione Lombardia, ala Provincia di Bergamo, dalla Comunità montana dei laghi bergamaschi al Museo Civico di scienze naturali di Lovere passando per l'esposizione permanente della val Cavallina, la Federazione speleologica lombarda, i Comuni di Fonteno, Vigolo, Tavernola, Villongo e Grone, il Consorzio gestione associata laghi d'Iseo, d'Endine e Moro, Il gruppo di sostenitori dell'iniziativa conta anche la società Servizi comunali.
«PROGETTO SEBINO», infine, ha prodotto anche un documentario, «Viaggio al centro del Sebino», che è stato proiettato nel corso di serate divulgative e in parecchie scuole del circondario. La spedizione nelle viscere dell'area lacustre insomma ha anche un valore scientifico-divulgativo.
Giuseppe Zani 
Bresciaoggi

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